SCACCHIERA E BANG - Herzog & De Meuron , Dominus Winery


Nuove Trasparenze e superfici profonde (Architetti Jacques Herzog e Pierre de Meuron)

In questi primi anni novanta emergono due opere che hanno come tema la superficie e la bidimensionalità.

La prima opera è la fondazione Cartier a Parigi , completata nel 1994 dall'architetto francese Jean Nouvel dove gioca con schermi fluttanti, nei diversi effetti decorativi, bidimensionali, illusionistici, nella presenza a volte filtrante a volte riflettente del verde, la trasparenza all'epoca dell'informazione. 

Se la trasparenza da elemento oggettivo diventa soggettivo essa è anche "iper" contestuale e diventare personalizzabile.

L'altra opera progettata da due architetti svizzeri Herzog e De Meuron formatisi nel corso degli anni settanta con un'attenta frequentazione di Aldo Rossi nei suoi anni di insegnamento nel Politecnico di Zurigo e quindi con una tendenza di verso la ricerca di volumi puri e secchi.

Presto Herzog e De Meuron sviluppano un'interesse verso la ricerca dei molti strati di significato che il tema della superficie degli edifici può nascondere. Come la pelle di un essere rivela inaspettate profondità emotive, caratteriali, storiche, psicologiche, così la superficie esterna può essere tutt'altro che un tema superficiale.

Per esaltare questa componente gli architetti ricorrono spesso nelle loro opere a impianti scatolari minimizzando le componenti disaggregative. 

L'opera che rivela Herzog e De Meuron è la Cabina di manovre ferroviarie rivestita di rame, realizzata a Basilea nel 1994 che si presenta come un volume scatolare ma le cui tessiture e vibrazioni, gli angoli smussati rivelano il tema della pelle.

Se la trasparenza con Nouvel diventa ipersoggettiva e illusionista, la pelle degli edifici di Herzog e De Meuron si trasforma da tema di pura superficialità e decorazione in  campo di riflessione.

La luce quindi è portatrice di messaggi continuamente mutevoli negli schermi televisivi, computer , la superficie materiale dell'architettura diventa un'interfaccia in un rapporto decisivo tra architettura e ambiente.

Spazi Nuovi 

L'architettura in questa fase si incunea, rammaglia, attraversa ed è continuamente attraversata dal già esistente. 

Una delle opere degli anni novanta che definisce questo concetto è il Centro Le Fresnoy completato da Bernard Tschumi a Tourcoing una regione carbonifera francese. L'edificio si propone come Bauhaus del XXI secolo come scuola di avanguardia e un centro di produzione con risorse multimediali, due cinema, un auditorium, studi di fotografia e musica , sala performance e mostre, una biblioteca, uffici amministrativi, ristorante ecc.

La digitalizzazione. All is bit

Il mondo di oggi è sempre più caratterizzato dal costante mutare delle informazioni che come tanti flash colpiscono l'abitante della città.

Dopo il 2001 la tecnologia dei computer portatili è diventata matura e riesce ad assolvere la gran parte delle esigenze di lavoro e non solo anche essere connesso in ogni luogo e interconesso alla rete.

Si è circondati da schermi che siano televisivi , pc, telefonini, navigatori, lettori di musica, , videocamere, fotocamere ecc...

Questa onnipresenza dello schermo determina nell'abitante della città una condizione di avvolgimento, se non di bombardamento.

Un'esempio la pelle plastica dell'Allianz Stadium di Monaco di Herzog e De Meuron che contiene luci cangianti.

Quindi lo schermo è senz'altro superficie bidimensionale ma anche elemento portatore di profondità come una condizione di "salto" dentro lo schermo.





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