PARTNERSHIP AL PROGETTO

 


Attivo dal 1987, il Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea – MLAC– si propone fin dalle origini come luogo d’incontro fra l’università e il mondo culturale contemporaneo, contraddistinguendosi per la sua vocazione alla ricerca e alla formazione.
Tra le iniziative che da trent’anni ne animano il programma vi sono esposizioni, conferenze, tavole rotonde, presentazioni di libri, festival, rassegne video e proposte musicali, che mirano in prima battuta a porre in contatto le realtà artistiche e culturali più vivaci del momento con gli studenti e gli studiosi dell’Ateneo, spesso arrivando a coinvolgerli attivamente. Allo stesso modo forte è la volontà di aprirsi alla città, coinvolgendo tutta la cittadinanza attraverso la proposta di una programmazione molto variegata.
L’ampia offerta di mostre ed eventi promossi e organizzati dal Museo Laboratorio trova sede privilegiata negli spazi destinatigli nel 1985 dall’Università La Sapienza di Roma, presso il palazzo del Rettorato, nel cuore della Città Universitaria.

INTERVISTA TELEFONICA  ALLA DIRETTRICE DEL MUSEO 

PROFESSORESSA ILARIA SCHIAFFINI

Salve professoressa, la ringrazio per la sua disponibilità.

Volevo chiederle quando ha iniziato ad essere direttrice del MLAC ?

Salve, dirigo il MLAC dal 2019 prima ero vicedirettrice ma è stato un inizio "a distanza" per l'emergenza covid quindi il MLAC è stato chiuso fino al 2021.

Come avete affrontato questo periodo di chiusura durante la pandemia?

Ci sono state molte Mostre a distanza che sono tutte presenti attualmente sul sito del MLAC e sulla pagina Facebook in più il nostro sito è cresciuto tanto rispetto agli altri anni e siamo riusciti a creare una "fidelizzazione" e maggiore partecipazione con le persone.

Quindi si può dire che nella "crisi" si è creata una ricchezza riuscendo a gestire un museo a distanza.

Assolutamente sì, ci sono state tante iniziative interessanti come "Dieci piccoli indiani" dove studenti curatori under 30 e artisti under 30 si incontravano per poi arrivare a cinque artisti e cinque storici che lavoravano tra loro.

Poi c'è stato il 35° anniversario del MLAC dove sono state organizzate sul sito autointerviste con video di artisti e personaggi nel corso degli anni.

Infine mi viene in mente anche l'iniziativa "Video of the week"  (VOW) ogni settimana un video di un artista.

Dopo la pandemia è arrivato il Podcast dove sono presenti piccole pillole della mostra tra cui la mostra a Mario Giacomelli dove si scoprono realtà non conosciute come ad esempio che oltre ad essere un fotografo è un grande pittore.

Oltre ad essere un museo è anche un laboratorio e un luogo di ricerca, formazione, convegni, presentazioni libri, come riesce a gestire il tutto negli spazi ?

Dal 1986 il Museo si divideva in due piani poi nel 2015 c'è stata una ristrutturazione dove si è aggiunto il Museo del vicino oriente dimezzando lo spazio necessario e purtroppo non è presente un deposito/magazzino.

Dal punto di vista organizzativo lascio sempre la parte centrale libera perchè cambia tutto se per quella mostra ci sono installazioni o quadri e infine disponiamo a raggiera le sedie per gli incontri/conferenze. Solitamente la mostra e la conferenza sono presenti nello stesso momento se si parla della mostra.

Nel 2000 ha avuto una borsa di studio del Getty (Los Angeles) per una ricerca sui manoscritti di Boccioni e i suoi interessi scientifici si orientano sul Simbolismo e le Avanguardie storiche.

Nelle varie lezioni il professore Antonino Saggio ha collegato spesso il movimento come ad esempio "Forme uniche della continuità nello spazio" di Umberto Boccioni e "Dinamismo di un cane al guinzaglio" di Giacomo Balla. 

Cosa le interessava di questo movimento rivoluzionario?

Sul futurismo mi interessavano molto gli scritti,quello che scrivevano in quel periodo,penso a Paul Klee della teoria del Bauhaus e come gli artisti trascrissero le parole per intendere uno stato d'animo e se ci fosse una correlazione, poi su Umberto Boccioni il "Trittico degli stati d'animo". Infine mi sono specializzata nell'università di Siena con uno dei massimi esponenti del futurismo, la prima avanguardia internazionale.

Furono grandi innovatori ma non hanno avuto una bella reputazione per la loro aggressività e vicinanza a Mussolini in quel periodo con Marinetti e con la fine della guerra erano visti come fascisti. Dopo gli anni '50 si sono rivalutati e ancora oggi ne possiamo godere della loro arte.

Il mio programma di progetto ha come sottotitolo “L’arte che incontra l’agricoltura” ed ha come obiettivo quello di avvicinare le persone verso due temi antichi e contemporanei allo stesso tempo.

Gli edifici sono distanti ma comunicano tra loro. Ogni edificio presenta gallerie d’arte e laboratori sia di arte che di cucina.

Cosa ne pensa di questa idea di unire arte e agricoltura ?

Penso che sia un progetto innovativo, mi viene in mente la Fondazione agricola Cornelia di Gianfranco Baruchello e Carla Subrizi dove hanno fatto tante iniziative su questi temi del suo progetto. 

Le consiglio di vedere la mostra di Germano Celant "Art&Food" alla Triennale di Milano e il "PAV" Parco Arte Vivente concepito dall'artista Piero Gilardi e diretto da Enrico Bonanate. 


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